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Nola e S. Paolino
Origini della festa
Storicità della festa nel tempo: 1500-1899
Struttura del Giglio
Rivestimento del Giglio
Percorso storico della sfilata
Assegnazione dei GIGLI
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La Sagra dei Gigli
Origini della festa
Da DOCUMENTI DEL FOLCLORE NOLANO - Leonardo Avella - I.G.E.I. Napoli 1989.
E' tradizione presso i Nolani che la «festa dei gigli» tragga origine da un racconto di Papa Gregorio Magno il quale, trasmise gli accadimenti
così come gli furono riferiti dagli stessi Nolani giusto un secolo dopo al verificarsi di essi.
Questo in breve il racconto:
«Al tempo in cui i Vandali devastarono la Campania e Nola fu saccheggiata, molti dei suoi abitanti furono portati prigionieri in Africa. Tra
questi, il giovane figlio di una vedova, la quale si rivolse a Paolino per avere il danaro per riscattare suo figlio. Ma Paolino, avendo già dato tutto
quello che aveva per il riscatto dei prigionieri, offri se stesso. Perciò, insieme, si recarono in Africa. Il genero del re dei V andali, che teneva il
giovane schiavo, dapprima tracotante e superbo, alla fine accettò la proposta dello scambio: liberò il giovane e prese schiavo Paolino, al quale affidò il compito di coltivare il suo giardino. Passò così molto tempo. Il genero del re amava conversare sempre più spesso con il suo ortolano. Ed un giorno, Paolino gli predisse imminente la fine del re, ma, in seguito a ciò, dovette rivelare la sua identità di vescovo. Quindi fu liberato insieme con
tutti i suoi concittadini, prigionieri dei Vandali.Anche in questo egli imitO l'esempio del Signore Gesù che, solo, si offri per la liberazione di molti. Su navi cariche di frumento, ritornarono tutti a Nola, accolti dal popolo festante».
Fu appunto questo racconto della liberazione dei Nolani, a far scattare l'entusiasmo di questi, i quali, grati al loro amato Pastore, gli corsero
incontro lieti ed osannanti e, per mostrargli la loro gratitudine, presero dei gigli (fiori) e, improvvisata una processione, percorsero le vie
della città raccogliendosi poi festanti nella cattedrale. Questa cerimonia, pensiamo, ebbe grande successo poichè i Nolani per commemorare l'avvenimento ripeterono ogni anno questo devoto omaggio al loro Santo vescovo. E questo anche dopo la morte del vescovo Paolino, che avvenne il
22 giugno dell'anno 431 d.C.
Pur tuttavia, circa le origini della «festa», non mancano opinioni diverse come quella avallata da alcuni studiosi moderni che considerano la
«festa» come la «trasformazione» di un rito pagano secondo il quale grandi alberi sacrali, inghirlandati e con vari simboli, venivano portati
in processione ed avevano un potere protettivo; più tardi, con l'avvento del cristianesimo, a questi «alberi» fu tolto l'antico significato pagano,
aggiungendo ad essi immagini sacre e di santi cristiani.
A questo punto, senza scartare la recente ipotesi di questi studiosi, bisogna dire che i Nolani sono consapevoli delle radici autentiche della loro «festa», ma essi sono riusciti a contenere questo passaggio dalla tradizione pagana a quella cristiana entro limiti molto ristretti i quali hanno consentito che rimanesse intatto quel clima di gioia e
di tripudio tipico della festa e, al tempo stesso, quell'insieme antico di simboli e di significati benchè assimilati in una cultura diversa e indirizzati ad un altro «destinatario».
Così, ancora oggi la «festa» è manifestazione di fede e di folclore, espressione di costume e di civiltà: una civiltà secolare alla quale appartiene tutto un passato storico, sociale e culturale di una
«comunità» la quale resta legata per l'amore verso la propria terra d'origine, come il figlio alla madre che a malavoglia se ne distacca.
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