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Nola e S. Paolino
Origini della festa
Storicità della festa nel tempo: 1500-1899
Struttura del Giglio
Rivestimento del Giglio
Percorso storico della sfilata
Assegnazione dei GIGLI
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Struttura dei Gigli
Da La festa dei gigli - Leonardo Avella - L.E.R. Napoli 1979.
Preparazione degli scheletri dei gigli
Mentre nelle botteghe si preparano lavori in ornato di carta-pesta fuori, nei vari Rioni della città, si preparano le "borde" e cioè l'asse centrale dello scheletro di legno di ciascun obelisco. Il più delle volte i gigli sono costruiti davanti all'abitazione del "maestro di festa" il quale, avendo deciso di godersi tutto ciò che gli appartiene, osserva attentamente la costruzione nelle sue diverse fasi di lavorazione e, bada innanzi tutto che ogni particolare sia eseguito al "millimetro".
Per tale operazione sono presenti oltre al "maestro di festa" alcuni membri del "comitato" e finanche il capo-paranza. Quest' ultimo ha già scelto in precedenza i "piedi" del giglio dai quali dipende se il giglio, allorchè viene posato, "sona" cioè provochi un suono secco. Il capo-paranza stabilisce, perciò, la buona stagionatura del legno impiegato e consigliato anche dai "caporali", che sono persone fidate di quest'ultimo, in quanto suoi stretti collaboratori, fa costruire il giglio a piombo oppure un po' inclinato all'indietro di circa 8 gradi.
Il cantiere nel Rione è allestito. Tutto il legno è pronto: l'abete, il pioppo, il castagno è là insieme alle "funi" e ai circa 90 kg. di chiodi lunghi dagli 11 ai 32 centimetri. La prima operazione che i costruttori degli obelischi compiono è quella di montare la "borda" che è composta di quattro parti bullonate con perni e chiodi. La "borda" appena costruita risulta di una lunghezza complessiva di circa 25 metri con una base dallo spessore di cm. 20 e una "cima" di cm. 12. La "borda" viene alzata ritta con delle corde e per un po' di tempo rimane appoggiata alla facciata di un edificio. Si odono, allora, spari di tric trac e lunghe batterie mentre bicchieri colmi di "champagne" sono pronti per brindisi beneauguranti. I maestri di festa, i componenti del comitato, il capo-paranza, i caporali, parenti e amici sono allegri e con il resto dello "champagne" bagnano la "borda" auspicando la migliore riuscita della festa.
Si prepara poi la "base" del giglio che è di forma quadrangolare con quattro piedi ferrati ciascuno e con una sezione di cm. 20 x 20. La "base" è alta 3 metri e larga mt. 2,60. Appena questa sarà pronta vi si innesta la lunga "borda". Intanto, il capo costruttore si allontana fino al "piombo" o "lenza" e, scruta dal basso in alto socchiudendo un occhio per meglio verificare che l'asse centrale ossia la "borda" sia in perfetta perpendicolarità con la "base".
Terminata questa operazione si procede alla costruzione dell'obelisco. Vengono montati i 6 "pezzi" che formano il prospetto: il primo è di mt. 3,90; il secondo di mt. 3,70; il terzo di mt. 3,50; il quarto mt. 3,30; il quinto mt. 3,10; il sesto mt. 3.
Ultimata la costruzione si spara di nuovo una batteria: il "giglio spogliato" è pronto. Esso risulta di circa 25 metri di altezza e di un peso complessivo di circa 20 quintali.
La stessa operazione si ripete per tutti gli otto obelischi e per la "barca". È tradizione che dal momento in cui i lunghi scheletri dei "gigli" si innalzano nel cielo come antenne i ragazzi di Nola vi si arrampichino e giochino fra gli assi e le aste di legno facendo a gara per arrivare sino in cima e far ruotare la "carrucola" che è lì fissata per tirare su il rivestimento.
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