venerdì 12 giugno 2015

Gli Anfiteatri di Nola



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Anfiteatro laterizio: muro di cinta - fornice principale



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Zona degli scavi
Gli   Anfiteatri   di  Nola   antica
I°   sec.   a.C.

Da
Ciro Rubino-Storia di Nola - I.G.E.I. - Napoli


Alla fine del I sec d.C. Nola contava due Anfiteatri: il Laterizio ed il Marmoreo.
Il primo più antico, era costituito in mattoni, per ciò era chiamato "laterizio". Era situato ad occidente dell'attuale città verso la zona attualmente chiamata "Muraglia". Era destinato ai ludi gladiatori; a scene di caccia; al sacrificio dei cristiani durante le persecuzioni.
Ambrogio Leone così lo descrive: "Adunque dei due Anfiteatri suddetti, quello Laterizio conserva ancora il circuito e il muro esterno anche sopra le volte e gli archi più bassi: le parti superiori invece sono crollate e sembra che esso abbia avuto due file di archi; poichè il muro esterno non è solido e forte tanto da essere stato buono a sostenere anche una terza e più alta fila di archi. Onde l'Anfiteatro Laterizio sebbene abbia la stessa superficie e lo stesso circuito di quello Marmoreo, tuttavia era più basso di una fila di archi".
Nel mese d’ottobre del 1997 si è dato inizio allo scavo dell'anfiteatro di Nola con progetto finanziato in parte dalla CEE. Il monumento, noto dalla letteratura come "anfiteatro laterizio", è ubicato nella zona nord-occidentale della città, alle spalle della cosiddetta "Muraglia", in un luogo facilmente raggiungibile anche dalle città vicine.
Completamente sepolto, anche se la sua ubicazione era riconoscibile per l'emergenza dell'imboccatura di un vomitorio e d’alcuni brevi tratti di murature, l'anfiteatro è stato oggetto d’alcune brevi campagne di scavo tra il 1985 ed 1993, che portarono in luce tre dei corridoi d’accesso al monumento e alcuni elementi delle murature del circuito esterno, recanti ancora il rivestimento d’intonaco.
Ora le indagini hanno permesso di portare in luce poco meno di 1/4 dell'intera struttura dell'edificio. Del circuito esterno sono stati scavati due fornici completamente e altrettante parzialmente, mentre della cavea è stato indagato solo il primo setto a nord del corridoio principale. Le dimensioni dell'edificio sull'asse maggiore sono di circa m. 138 e su quello minore di m. 108.
L'anfiteatro, databile alla metà del I secolo a.C., subì almeno due ristrutturazioni: la prima nel corso del I secolo d.C., la seconda avvenne tra il II ed il III secolo d.C., forse a seguito di danni dovuti ad eventi sismici.
L’edificio nel corso del V secolo d.C., già usato per lo scarico di rifiuti e in completo abbandono, fu poi utilizzato come cava di materiali da costruzione; furono asportate quasi tutte le gradinate e gran parte della decorazione di marmo.
L'opera di spoliazione proseguì anche in età medievale, quando furono scavate numerose fosse per recuperare elementi dell'edificio.
La valorizzazione ed il recupero del monumento - uno dei pochi edifici romani ancora abbastanza integro di Nola - consentirà di fissare un altro punto di riferimento per un itinerario turistico-culturale della parte nord orientale della provincia di Napoli e contribuirà al recupero sociale e culturale di tale area.
L'Anfiteatro Marmoreo fu edificato alla fine del I sec. a.C. e sorgeva verso oriente nella zona oggi chiamata "Castelrotto" come ci conferma il Leone nel "De Nola". Più che anfiteatro possiamo ben dire che era un vero e proprio teatro. Di forma ovale contava tre ordini di arcate; aveva 45 gradini, costituiti da grossi blocchi di marmo e sorretti da archi e pilastri. Era così grande da poter contenere circa 30.000 spettatori. In esso si rappresentavano le famose "Fabulae Atellanae". Esso fu a poco a poco smantellato per opera degli Orsini che, con le grosse pietre ricavate dall'antico teatro, fecero ricoprire la facciata del loro palazzo (Reggia Orsini) e quella della chiesa del Gesù. Altri marmi si trovano nella base del campanile del Duomo ed altri ancora nella base del palazzo Covone.

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