Anfiteatro laterizio: muro di cinta - fornice principale
Zona degli scavi
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Gli Anfiteatri di Nola antica I° sec. a.C.
Da Ciro Rubino-Storia di Nola - I.G.E.I. - Napoli
Alla fine del I sec d.C. Nola contava due Anfiteatri: il Laterizio ed
il Marmoreo. Il primo più antico, era costituito in mattoni, per
ciò era chiamato "laterizio". Era situato ad occidente dell'attuale città
verso la zona attualmente chiamata "Muraglia". Era destinato ai ludi
gladiatori; a scene di caccia; al sacrificio dei cristiani durante le
persecuzioni.
Ambrogio Leone così lo descrive: "Adunque dei due Anfiteatri suddetti,
quello Laterizio conserva ancora il circuito e il muro esterno anche sopra
le volte e gli archi più bassi: le parti superiori invece sono crollate e
sembra che esso abbia avuto due file di archi; poichè il muro esterno non è
solido e forte tanto da essere stato buono a sostenere anche una terza e più
alta fila di archi. Onde l'Anfiteatro Laterizio sebbene abbia la stessa
superficie e lo stesso circuito di quello Marmoreo, tuttavia era più basso
di una fila di archi".
Nel mese d’ottobre del 1997 si è dato inizio allo scavo dell'anfiteatro
di Nola con progetto finanziato in parte dalla CEE. Il monumento, noto
dalla letteratura come "anfiteatro laterizio", è ubicato nella zona
nord-occidentale della città, alle spalle della cosiddetta "Muraglia",
in un luogo facilmente raggiungibile anche dalle città vicine.
Completamente sepolto, anche se la sua ubicazione era riconoscibile per
l'emergenza dell'imboccatura di un vomitorio e d’alcuni brevi tratti di
murature, l'anfiteatro è stato oggetto d’alcune brevi campagne di scavo
tra il 1985 ed 1993, che portarono in luce tre dei corridoi d’accesso
al monumento e alcuni elementi delle murature del circuito esterno,
recanti ancora il rivestimento d’intonaco.
Ora le indagini hanno permesso di portare in luce poco meno di 1/4
dell'intera struttura dell'edificio. Del circuito esterno sono stati
scavati due fornici completamente e altrettante parzialmente, mentre
della cavea è stato indagato solo il primo setto a nord del corridoio
principale. Le dimensioni dell'edificio sull'asse maggiore sono di
circa m. 138 e su quello minore di m. 108. L'anfiteatro, databile alla
metà del I secolo a.C., subì almeno due ristrutturazioni: la prima nel
corso del I secolo d.C., la seconda avvenne tra il II ed il III secolo
d.C., forse a seguito di danni dovuti ad eventi sismici.
L’edificio nel corso del V secolo d.C., già usato per lo scarico di
rifiuti e in completo abbandono, fu poi utilizzato come cava di
materiali da costruzione; furono asportate quasi tutte le gradinate e
gran parte della decorazione di marmo.
L'opera di spoliazione proseguì anche in età medievale, quando furono
scavate numerose fosse per recuperare elementi dell'edificio.
La valorizzazione ed il recupero del monumento - uno dei pochi edifici
romani ancora abbastanza integro di Nola - consentirà di fissare un
altro punto di riferimento per un itinerario turistico-culturale della
parte nord orientale della provincia di Napoli e contribuirà al
recupero sociale e culturale di tale area.
L'Anfiteatro Marmoreo fu edificato alla fine del I sec. a.C. e sorgeva
verso oriente nella zona oggi chiamata "Castelrotto" come ci conferma il
Leone nel "De Nola". Più che anfiteatro possiamo ben dire che era un vero e
proprio teatro. Di forma ovale contava tre ordini di arcate; aveva 45
gradini, costituiti da grossi blocchi di marmo e sorretti da archi e
pilastri. Era così grande da poter contenere circa 30.000 spettatori.
In esso si rappresentavano le famose "Fabulae Atellanae". Esso fu a poco
a poco smantellato per opera degli Orsini che, con le grosse pietre ricavate
dall'antico teatro, fecero ricoprire la facciata del loro palazzo (Reggia
Orsini) e quella della chiesa del Gesù. Altri marmi si trovano nella base
del campanile del Duomo ed altri ancora nella base del palazzo Covone.
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